Il Rebétiko costituisce l'espressione più importane di un genere di canto popolare - distinto dalla vasta tradizione delle musiche greche regionali - che, già dalla metà dell'Ottocento, appare nei centri urbani della Grecia e in alcune città dell'Asia Minore popolate da comunità elleniche.
Le stradine di Costantinopoli e di Smirne, le salite dell'isola di Syros, le borgate di Atene, del Pireo e di Salonicco, ma anche le grandi città americane... tutte le parti del mondo dove si sono trovati a vivere i greci perseguitati dalla sorte, sono luoghi profondamente legati alla nascita di questo genere musicale che si diffonderà rapidamente prima tra i greci delle città dell'Asia Minore, poi tra gli emigrati negli Stati Uniti, radicandosi infine dopo il 1922 in Grecia.
L'animo orientale, ma anche più cosmopolita e raffinato, dei greci della Ionia, costretti dopo la "Catastrofe" (la tragica conclusione degli avvenimenti bellici del periodo 1919 - 1922 nella penisola microasiatica), ad abbandonare la loro terra d'origine ed a rifugiarsi nella madrepatria, s'intreccia nei porti e nei bassifondi delle città greche, con la malinconia e la passionalità della musica dei rebétes, e dei loro canti struggenti intrisi del fascino della protesta anticonformista, dando inizio al periodo d'oro dell'affermazione del rebétiko.
L'allontanamento graduale dai temi più radicali, farà guadagnare al rebétiko - dominato negli anni Venti dall'arte dei musicisti della "Scuola di Smirne" e nel decennio successivo dagli esponenti della "Compagnia del Pireo" ed ai loro bouzouki - un sempre più ampio spazio sociale, permettendogli di raggiungere tra gli anni '40 e '50 l'apice della popolarità, prima di volgere alla fase di declino.
Oggi, dopo la "riscoperta" degli anni Settanta, questa musica continua ad essere suonata e ad appassionare, riscuotendo numerosi consensi tra le nuove generazioni ed affermandosi come uno dei grandi simboli della tradizione musicale greca.
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